Intervista ad Anna Micelli di San Giorgio di Resia, portavoce del comitato spontaneo "No alla centrale Resia 2 Ponte Rop".
I cittadini italiani saranno, a breve, chiamati ad esprimersi su alcuni quesiti referedari, uno di questi si riferisce alla privatizzazione dell'acqua e riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, mentre l'altro riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. In questo secondo caso agli elettori viene proposta una abrogazione parziale della norma. Anche a Resia questo è un tema molto sentito. Per l'importante argomento ho voluto porre alcune domande ad Anna Micelli che ha seguito in prima persona dapprima la questione dell'opposizione alla realizzazione a Resia della centralina idroelettrica "Resia_2 Ponte Rop" e oggi fa parte del movimento "Aghe di Mont".
Dopo l'esperienza del comitato spontaneo "No centralina idroelettrica Resia_2 Ponte Rop" che è riuscito, sensibilizzando la popolazione, a far ritirare il progetto da parte del Consorzio Industriale COSINT di Tolmezzo, da chi è composto e cosa fi prefigge il movimento "Aghe di Mont"?
Siamo partiti da questa esperienza che ha racchiuso la volontà delle persone giovani e meno giovani di Resia di sentirsi partecipi delle decisioni che vanno a modificare con progetti importanti quello che è il nostro territorio e quella che è la nostra terra e quindi le sue risorse. Essersi sentiti così coinvolti nell'ipotesi della realizzazione di questa centralina ci ha portato a riflettere su un'altra questione che nel maggio-giugno del 2010 è arrivata alla ribalta. Dal 2007 la società Carniacque s.p.a. con sede a Tolmezzo gestisce il servizio idrico integrato e in quel periodo sono arrivate le nuove bollette. Queste bollette hanno portato malumore e la gente si è sentita in dovere di fare determinate rimostranze perchè le bollette da un anno all'altro sono raddoppiate e in alcuni casi anche triplicate. Quindi le stesse persone che ci hanno visti così impegnati sul fronte della centralina si sono rivolti a noi per capire se sulla gestione dell'acqua e del valore dato all'acqua si potesse fare qualcosa. Lo scopo dei vari comitati sorti è prima di tutto informare, perchè uno dei problemi più importanti e rilevanti è stata la poca informazione fatta negli ultimi anni alla popolazione sulle modifiche normative apportate a livello nazionale e poi a livello regionale rispetto alla legislazione inerente la gestione del servizio idrico. Questo confronto che è stato aperto qui in valle, prima fra le famiglie poi con l'amministrazione comunale, per cercare di spiegare cosa stava succedendo ha portato anche ad un confronto con i cittadini e le famiglie ed i comitati più o meno spontanei che si sono formati in comuni a noi vicini non soltanto nel Canal del Ferro e nella Valcanale ma anche in Carnia sul medesimo argomento. Tutti hanno avuto l'impressione che questo tipo di gestione, in zone di montagna, sia troppo oneroso e soprattutto che il forte interesse delle grandi società per un business sicuro e senza rischi quale è il servizio idrico porteranno inevitabilmente, prima o poi, Carniacque Società per Azioni che oggi gestisce il servizio nei nostri comuni, e quindi anche gli stessi Comuni azionisti, nell’oceano aperto del mercato contribuendo a smantellare ulteriormente un altro pezzo della nostra montagna. Tali politiche non favoriscono la permanenza delle famiglie in zone dove il vivere quotidiano è di per se già molto impegnativo. I cittadini, su questioni così fondamentali, vogliono ancora dire la loro ed è per questo che è nato il Movimento Aghe di Mont. Qui non stiamo parlando di come le amministrazioni comunali intendono realizzare il piano degli insediamenti produttivi del comune o piuttosto il sistema di illuminazione, stiamo parlando della gestione di un bene di importanza vitale per tutti. In questi mesi di diatribe è stato chiaro a tutti che la maggioranza delle aministrazioni locali si è semplicemente adeguata senza alcuna rimostranza. Tramite questo movimento abbiamo voluto dare voce alle famiglie, attraverso una lettera che è stata spedita al Presidente della Regione Renzo Tondo, dove i cittadini della montagna chiedono la restituzione della gestione del servizio idrico ai loro comuni. Sono state inviate più di 3500 lettere da tutta la montagna friulana al Presidente della Regione che tuttavia ad oggi non ha ancora risposto.
Durante gli incontri promossi per sensibilizzare la popolazione su tale argomento abbiamo sentito più volte nominate gli ATO ci potrebbe dire cosa sono?
Gli ATO (Ambito Territoriale Ottimale) sono gli enti formati dalle rappresentanze delle amministrazioni comunali, ai quali è stato affidato il compito di definire le tariffe e anche le modalità di gestione del servizio idrico integrato. A livello nazionale questi enti sono stati soppressi con la finanziaria del giugno del 2010, classificati all’epoca come enti inutili. Veniva dato tempo fino a marzo del 2011 alla regione per poter restituire le loro competenze ad altri soggetti. Nel frattempo, visti gli interessi in gioco, la vita degli ATO è stata prolungata fino al 31 dicembre del 2011, per cui questi enti oggi esistono ancora.
A Resia ci sono altri progetti che prevedono l'utilizzo delle acque a scopo energetico, ci può illustrare a che punto sono le procedure per la loro realizzazione?
Il comitato spontaneo "No centralina idroelettrica Resia_2 ponte Rop" è nato perchè per caso siamo riusciti a scoprire che c'era un progetto, in sede di valutazione ambientale, in regione che prevedeva la realizzazione di questa centralina della quale la maggioranza della popolazione non sapeva nulla. Con quella battaglia abbiamo voluto ricordare in tutte le occasioni all'amministrazione comunale che era necessario informare la popolazione prima di arrivare ai progetti in sede di valutazione di impatto ambientale. Progetti così importanti devono essere decisi dalla gente ovvero prima si informa, si chiede e poi si procede con la progettualità. Effettivamente è stato detto in diverse sedi che sono in cantiere le realizzazioni di due nuove centraline una in località Rio Nero e una in località Coritis. Io mi auguro che prima di arrivare, anche qui, ai progetti in sede di impatto di valutazione ambientale, per arrivare alla concessione idroelettrica, si informi la popolazione e si chieda che cosa ne pensa la gente. Che sia chiaro chi gestisce che cosa, a che scopo e se effettivamente questa iniziativa produrrà ricchezza per la valle e i suoi abitanti. La nostra preoccupazione è che, come purtroppo sta succedendo, della ricchezza prodotta in loco ne rimanga molto poca nel nostro comune, perchè l'introito maggiore viene portato fuori valle, sacrificando parte del nostro ambiente senza degli adeguati benefici. Devono permetterci di poter scegliere; non si possono svendere delle ricchezze o cedere un bene che non ha prezzo, che ha un valore inestimabile.
Quale è il suo giudizio sulla gestione delle risorse idriche a Resia da parte della società CARNIACQUE di Tolmezzo?
Carniacque è una società per azioni e la maggioranza azionaria è detenuta dai comuni azionisti, quindi, è una società regolamentata dal diritto privato perchè società per azioni, ma in mano pubblica. Ma allora io mi domando perchè la popolazione non è stata informata prima della costituzione di questa società e del suo meccanismo di funzionamento. Perchè si è arrivati, soprattutto nei comuni dove vige il sistema a forfait, a delle tariffe che sono molto onerose per le famiglie? Perchè nel 2010, da un anno all'altro sono arrivate delle bollette così salate e riferite al 2009? Perchè sempre nel 2010 è stato chiesto alle famiglie in acconto anche il primo semestre dello stesso anno, aggravando così i relativi bilanci famigliari con una spesa molto onerosa? Questo sistema non aiuta i giovani a rimanere a vivere in montagna, ma facilita le scelte che portano al trasferimento delle famiglie stesse. Se gli amministratori che compongono Carniacque non riflettono anche su queste questioni, cosa andrà a gestire in futuro Carniacque? Un territorio così vasto con pochi abitanti non potrà avere un servizio ottimale. Di solito siamo abituati a pensare che purtroppo quando si è in pochi e lontani le cose per questi pochi e lontani funzionino sempre meno.
Intervista di Sandro Quaglia
pubblicata su DOM, marzo 2011
martedì 5 aprile 2011
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