mercoledì 20 ottobre 2010
ACQUA BENE COMUNE: FACCIAMO QUALCOSA!
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Comunicato stampa Movimento “Aghe di Mont”
Nel corso dell’estate ha trovato ampio rilievo sulla stampa locale e non solo, il disappunto e la protesta nata in seguito all’arrivo delle esose bollette dell’acqua nelle case delle famiglie dei Comuni dell’Alto Friuli, bollette emesse dalla Società Carniacque S.p.a che gestisce il servizio idrico in tale territorio.
In quasi tutti i Comuni dell’Alto Friuli, cittadini singoli o gruppi di cittadini che si sono costituiti anche in Comitati, si sono resi conto che gli ultimi provvedimenti legislativi in materia di gestione del servizio idrico segnano una decisa affermazione della concezione liberistica e privatistica che considera l’acqua non più un bene comune privo di rilevanza economica, non più un diritto di tutti gli esseri umani ma un bisogno e come tale da affidare alle regole del mercato, nei confronti delle quali la montagna è oggettivamente perdente.
Tale concezione insieme al forte interesse delle grandi società per un business sicuro e senza rischi quale è il servizio idrico porteranno inevitabilmente, prima o poi, Carniacque Società per Azioni che oggi gestisce il servizio nei nostri comuni, e quindi anche gli stessi Comuni azionisti, nell’oceano aperto del mercato contribuendo a smantellare ulteriormente un altro pezzo della nostra montagna ed a disincentivare i residenti a rimanervi con esose bollette del servizio idrico.
Chi vive ancora in montagna sa forse meglio di altri che ci sono cose che non possono essere vendute per il semplice fatto che non hanno un prezzo visto il loro valore inestimabile, e l’acqua è una delle prime.
Da queste premesse la nascita di un movimento chiamato “Aghe di Mont” nel quale si identificano numerosi rappresentanti delle diverse Comunità e Comitati locali, da Socchieve a Resia, da Paluzza ad Ovaro, da Cercivento a Paularo, a Forni di Sotto; i cittadini della montagna chiedono di essere ascoltati dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, affinché la gestione del servizio idrico ritorni ai Comuni montani.
La protesta-proposta è contenuta in una lettera che verrà spedita direttamente al Presidente della nostra regione da parte di tutte le persone e le famiglie dei Comuni dell’Alto Friuli che vogliono far sentire la loro voce; le stesse famiglie si stanno unendo per la difesa e la tutela dell’acqua come bene primario e comune e per l’assunzione della responsabilità della sua gestione diretta partecipata e parsimoniosa, anche per mantenere e consolidare i valori tramandati da millenni, che rappresentano le fondamenta del loro vivere in montagna da cittadini liberi e responsabili.
Chi desidera ricevere il fac – simile della lettera da inviare al Presidente della Regione per sostenere le finalità del Movimento “Aghe di Mont” può contattare i suoi rappresentanti al seguente indirizzo e.mail: aghedimont@tiscali.it
Più lettere saranno inviate maggiore sarà il peso di questa iniziativa!
Su valori così importanti come quello dell’acqua è giusto che le persone possano esprimere la loro opinione e farsi parte attiva per scelte così importanti per il loro futuro.
L'immagine è tratta dal web
Movimento Aghe Di Mont
mercoledì 29 settembre 2010
IL PD SI INTERESSA ALLA "QUESTIONE RESIANA"
In seguito all'incontro tra autorevoli esponenti del Partito democratico, la minoranza consigliare ed alcuni cittadini di Resia tenutosi agli inizi del mese di settembre, l'onorevole Ivano Strizzolo, giovedì 16 settembre, ha presentato un'interrogazione parlamentare a risposta scritta, co-firmata dagli onorevoli Alessandro Maran ed Ettore Rosato del Partito Democratico ed indirizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri ed al Ministero dell'Interno.
Nell'interrogazione i parlamentari del Friuli Venezia Giulia premettendo che «con il decreto del Presidente della Repubblica 12 settembre 2007 il comune di Resia è stato inserito nell'elenco dei territori di insediamento della minoranza slovena», in base alle procedure previste dalla legge n. 482/1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche e dalla legge n. 38/2001 che contiene norme per la tutela della minoranza linguistica slovena nella regione Friuli Venezia Giulia», sostengono che «di conseguenza, vanno applicate al comune le disposizioni delle due leggi sopracitate, mentre ai cittadini del comune vanno garantiti i diritti individuali in esse previsti. Per adempiere alle disposizioni di legge – ricordano i tre parlamentari – il comune ha usufruito dei contributi previsti per le singole attività».
«Dopo l'approvazione della legge regionale 26/2007 sulla tutela della minoranza linguistica slovena – si legge ancora nell'interrogazione –, ma in particolare negli ultimi mesi sono in corso nel comune vivaci polemiche rispetto alla presenza della minoranza linguistica slovena e alla specificità linguistica resiana; tali polemiche hanno assunto toni molto accesi e aggressivi in occasione del rilascio della prima carta d'identità bilingue italiano - sloveno, richiesta – come previsto dalla legge n. 38 del 2001 – da un cittadino del comune di Resia, che ha subito, in seguito a questa più che legittima richiesta, intimidazioni e gravi minacce personali».
Nell'interrogazione viene affrontata anche l'iniziativa dell'Amministrazione comunale di Resia che «ha distribuito tra i propri residenti un questionario che conteneva domande riguardanti l'appartenenza etnica, religiosa, linguistica ed altre domande di questo tenore».
Attraverso tale questionario, sostengono i firmatari dell'interrogazione indirizzata al Governo, «anche se dichiarato anonimo, si può facilmente risalire all'identità del singolo cittadino, visto che si sta parlano di una popolazione limitata (1.285 residenti) e le domande di carattere personale sono molto dettagliate e che, pertanto, si tratta di anonimato fittizio; i dati rilevati dal questionario (in particolare, la fede religiosa e l'appartenenza etnica) fanno parte dei cosiddetti dati sensibili di cui all'articolo 22 della legge 31 dicembre 1996, n. 675, e riguardano, comunque, la sfera privata di ogni individuo, per cui possono essere raccolti eventualmente solo previa autorizzazione del Garante per la protezione dei dati personali».
In base a queste premesse i deputati del Pd chiedono «se il ministro sia stato informato dei fatti rappresentati e del clima di intolleranza che si sta pericolosamente diffondendo nel comune di Resia; se le manifestazioni di protesta svoltesi davanti al municipio di Resia contro il cittadino che ha richiesto la carta d'identità bilingue abbiano formulato oggetto di comunicazione alla Questura; se e come il Ministro intenda agire per quanto di competenza per fare rispettare le leggi di tutela della minoranza linguistica slovena ed in particolare dei diritti individuali dei cittadini, appartenenti a tale minoranza, ristabilendo nel rispetto delle diverse sensibilità linguistiche e culturali presenti sul territorio un clima di convivenza nello spirito europeo, come recentemente auspicato nell'incontro storico a Trieste dai tre Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia».
Molti dei cittadini di Resia non possono che essere contenti di questo interresamento del PD che dimostra come la questione della minoranza linguistica slovena non trovi opinioni univoche tra gli abitanti della Val Resia, come si vuol far credere.
P.S. Il Messaggero Veneto di oggi ospita un articolo dedicato a questa questione a firma di Alessandro Cesare.
La fotografia dell'On Strizzolo è tratta dal web.
Sandro Quaglia
lunedì 27 settembre 2010
BANDIERA VERDE!
Il Comitato spontaneo “No alla centralina idroelettrica Resia_2 Ponte Rop” ha ricevuto sabato 18 settembre, la “Bandiera Verde” di Legambiente!
Uno dei più bei corsi d’acqua del Friuli, uno degli ultimi rimasti ancora allo stato naturale, caro al cuore dei resiani e non solo, festeggia in questo modo lo scampato pericolo di vedere una delle parti più interessanti del suo corso, popolato da specie ittiche tutelate a livello europeo (trota marmorata, temolo, gambero d’acqua dolce, etc.) e classificato come “geosito di interesse regionale”, profondamente compromesso dall’entrata in funzione di una centrale idroelettrica.
Nello scorso inverno, un potente Consorzio Industriale (il COSINT di Tolmezzo) presentò infatti un progetto per la captazione a scopo idroelettrico delle acque del fiume, allettando l’Amministrazione Comunale con la possibilità di ottenere un nuova entrata per il suo magro bilancio. In molti pensarono al peggio: la realizzazione della centrale idroelettrica avrebbe ridotto in secca per gran parte dell’anno uno dei tratti più belli del fiume, a valle del Ponte Rop, frequentato ogni estate da migliaia di persone. Dati gli interessi coinvolti, la battaglia che si prospettava per gli amanti del fiume ricordava quella di Davide contro Golia.
Se il progetto alla fine è stato ritirato e se il Consorzio Industriale ha dovuto ritornare sui suoi passi, è essenzialmente per merito dei cittadini della Valle, ed in particolare di molti giovani, che si sono costituiti in Comitato, hanno organizzato incontri per informare la popolazione, hanno promosso assemblee pubbliche, hanno coinvolto esperti ed associazioni ambientaliste, raccogliendo migliaia di firme in calce ad una petizione che ha spinto anche l’Amministrazione Comunale a cambiare atteggiamento.
Grazie a loro il Resia, per ora, è salvo e si può parlare di nuove iniziative per la valorizzazione del fiume in chiave di turismo sostenibile.
L’azione esemplare del Comitato è stata apprezzata a livello nazionale, tanto da ottenere l’assegnazione della “Bandiera Verde” nell’ambito della campagna “Carovana delle Alpi” promossa da Legambiente. Sabato 18 settembre c’è stata la consegna ufficiale di questo riconoscimento.
E’ stata un’opportunità per ringraziare tutte le persone che hanno partecipato alla raccolta delle firme per l’opposizione alla realizzazione del progetto e all’invio di centinaia e centinaia di cartoline dal titolo “La Val Resia non esiste senza il Resia” alla Regione, proprio per scongiurare il pericolo di vedersi realizzata tale opera.
Sono state ringraziate le numerose realtà che hanno sostenuto e appoggiato l’attività del Comitato, dal Circolo di Legambiente di Tolmezzo all’Associazione A.C.Q.U.A., dal Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento a tutte le Associazioni di Pescatori Sportivi della Regione e di fuori Regione.
Tutti questi soggetti hanno sostenuto infatti che esistono luoghi che non possono essere venduti perché non hanno un prezzo dato il loro valore inestimabile e vanno difesi e tutelati per la loro importanza; uno di questi è sicuramente il torrente Resia.
Il logo di LEGAMBIENTE è tratto dal web.
domenica 19 settembre 2010
DEBORA SERRACCHIANI A RESIA
Alla riunione, tenutasi venerdì 3 settembre 2010 presso l'albergo “Alle Alpi” a Prato di Resia, sono intervenuti l'Europarlamentare e Segretaria Regionale del Partito Democratico, Debora Serracchiani, l'Onorevole Ivano Strizzolo ed i Consiglieri Regionali Sandro della Mea e Igor Gabrovec.
I temi affrontati, oltre agli avvenimenti sconcertanti legati al rilascio della carta d'identità sono stati il questionario identitario formulato dall'Amministrazione comunale ed inviato a tutte le famiglie residenti nel comune di Resia e la decisione, presa dal Consiglio Comunale, di far uscire Resia dalle leggi di tutela della minoranza linguistica slovena e di farla rientrare nella minoranza linguistica friulana.
Agli esponenti del Partito Demoratico è stato illustrato come e perchè Resia è inserita nel contesto delle leggi di tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli Venezia Giulia.
Durante l'incontro è stato più volte ribadito che al resiano ed alla cultura resiana così come a tutti i cittadini della Val Resia, con queste normative, nulla è stato tolto, tanto meno la “storia millenaria”, anzi è proprio con queste leggi che potremo, anche in futuro, conservare la nostra cultura.
La discussione è proseguita con l'analisi delle prospettive per il futuro della comunità resiana come la possibile adesione del comune di Resia nei GECT, i Gruppi europei di cooperazione territoriale, strumenti messi a disposizione dall'Unione Europea per l'attuazione di programmi o progetti transfrontalieri. In concreto, i comuni di diversi stati, come ad esempio Resia e Bovec, avrebbero la possibilità di unire le loro energie per presentare con più forza richieste di accesso ai fondi europei e ad altri meccanismi di finanziamento.
In conclusione i politici intervenuti hanno manifestato stupore nell'apprendere la gravità dei fatti accaduti ed il perdurare di un clima di odio fomentato da alcuni ed hanno offerto il loro appoggio e la loro solidarietà alle persone coinvolte.
Molto si potrebbe fare a Resia; sicuramente non è sprecando le energie in contrapposizioni che si porterà sviluppo nè si troveranno soluzioni ai problemi ed alle difficoltà delle persone che vivono sul territorio resiano.
Sandro Quaglia
giovedì 9 settembre 2010
LA SERRACCHIANI A RESIA
Ci siamo incontrati a Resia all'albergo "alle Alpi" di Prato con l'Eurodeputato e Segretaria del PD regionale, Debora Serracchiani, con l'Onorevole Ivano Strizzolo ed i consiglieri regionali del PD Sandro Della Mea e Igor Gabrovec. Molti gli argomenti della discussione. Per il momento solo qualche foto, a breve il comunicato stampa.
Fotografie: Un futuro per Resia
lunedì 6 settembre 2010
Risposta a commento Le Streghe son tornate
venerdì 27 agosto 2010
Prima lettera luterana
Dopo l'odierna pubblicazione sul "Messaggero Veneto" di un riassunto di questa lettera (nel quale comunque ho mantenuto la parte più importante), la pubblico qui nella sua prima e integrale versione.
D. L.
Negli scorsi mesi, sono stati tre gli avvenimenti che più mi hanno colpito, e mi hanno dato la certezza che purtroppo anche la presente Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Sergio Chinese, per quel che concerne l’ambito culturale ha deciso di rappresentare non tutta la comunità, come ci si aspetterebbe e sarebbe doveroso, ma solo una parte di essa.
Il primo fatto risale allo scorso inverno, quando su iniziativa del Sindaco e della giunta si è proceduto ad una modifica unilaterale dell’alfabeto standard che consente la trascrizione del resiano. La suddetta modifica, definita “marginale” dagli esponenti della maggioranza consiliare, è stata decisa con procedura secondo me irregolare: si è infatti creata una commissione con componenti di tutte le associazioni del territorio che si sono trovati a deliberare (e in seguito a ratificare i cambiamenti voluti dalla Giunta comunale) su un tema, la lingua, del quale nessuno poteva ritenersi esperto e quindi in grado di prendere una posizione suffragata da prove scientifiche. Si è quindi intervenuti in un ambito così delicato senza consultare nessuno degli studiosi che si sono occupati della lingua resiana.
Il secondo avvenimento risale alla scorsa primavera ed è la scandalosa, a mio giudizio, campagna propagandistica fondata sui dati emersi dagli studi genetici condotti da un’equipe dell’ospedale “Burlo Garofolo” di Trieste, su determinate popolazioni del Friuli, tra cui quella resiana. Da questi dati emerge, fra le altre cose, la particolarità del genoma della popolazione di Resia: cosa non difficile da immaginare e che tutti i resiani già sapevano, visto che per secoli essi praticamente hanno avuto rapporti con le popolazioni del circondario che definire sporadici è poco, per la conformazione geografica della Valle che non favoriva certo gli spostamenti. Ebbene, queste risultanze sono state sfruttate in modo totalmente fazioso dall’attuale maggioranza consiliare. Si è cominciato a sottolineare in ogni evento pubblico la pretesa nostra “unicità” e “purezza” da ogni possibile contaminazione, fino ad alcune affermazioni che mi è capitato di sentire, certamente frutto di battute di spirito, e che ci qualificano come “una razza a parte”: la parola “razza” a me evoca eventi tragici del passato, spero anche a qualcun altro. Infine, per non farsi mancar nulla pur in un periodo - come giustamente il signor Sindaco sottolinea in ogni occasione pubblica - di crisi economica e tagli al bilancio, si è decisa la pubblicazione e l’invio di un numero speciale del Bollettino informativo del Comune, interamente dedicato ai risultati di queste ricerche. Visti i costi della stampa e soprattutto della spedizione postale, non si sarebbe forse speso di meno inserendo un foglio supplementare nel numero ordinario che perviene alle famiglie in agosto? In tal modo forse si sarebbe incentivata anche la lettura e la comprensione dei dati a un numero superiore di persone, dal momento che, a mio avviso, un numero monografico pieno di terminologia scientifica e completato dall’“editoriale” del Sindaco che espone unicamente il suo punto di vista, poco si presta a una lettura attenta specie dai molti anziani che compongono la popolazione di Resia e a cui sicuramente è passato l’unico messaggio “siamo diversi da tutti gli altri”, cosa che peraltro, come ho detto sopra, sapevano già. Forse lo scopo era un altro.
Ma veniamo all’ultimo episodio, la classica goccia che fa traboccare il vaso e che mi ha infine spinto a scrivere al giornale. Lo scorso venerdì 6 agosto è infatti pervenuta a tutte le famiglie residenti a Resia, consegnata a mano dai giovani impiegati con borsa lavoro dall’Amministrazione Comunale, una lettera del Sindaco Sergio Chinese. In essa veniva esposto il progetto di un sondaggio o censimento chiamato “questionario identitario”, elaborato allo scopo di “ricercare una solida unione identitaria resiana capace di dialogare con i nostri vicini” e seguito dalla richiesta di rispondere, in modo anonimo, ad alcune domande inerenti “l’uso della lingua resiana e l’eventuale uso (di) altre lingue”. La lettera conteneva in allegato un formulario, elaborato evidentemente dai membri della Giunta e firmato - copia per copia - dal Sindaco, nel quale venivano poste domande di questo tenore: “Vorresti adottare lo sloveno come «lingua-standard» che difenda le parlate della Valle?”, “Pensi che il sangue e gli antenati pesino comunque sulla scelta nazionale?”, “A quale Patria senti di appartenere?”.
Domande, come si nota, atte esplicitamente a continuare l’annosa polemica intentata da una parte della comunità contro il “mostro sloveno”, se mi è consentito definirlo in tal modo, che sarebbe alle nostre porte e si preparerebbe ad invaderci e colonizzarci spiritualmente e culturalmente. Questo è infatti il clima puzzolente in cui viviamo da anni, caratterizzato da campagne elettorali condotte a suon di slogan del tono “verranno a revocarvi le pensioni” (rivolto a persone anziane che avevano vissuto i tragici anni della Seconda Guerra mondiale e che, LORO giustamente, ne serbavano dolorosi ricordi); dalla demonizzazione sistematica delle persone che cercano un più ampio orizzonte di condivisione con il popolo sloveno - storicamente sempre interessato alla Storia e alla cultura resiana (si deve infatti all’Università di Lubiana una forte opera di studio su Resia, che ha permesso di tramandare antichi canti e racconti ancor prima che qui in Valle si ponesse il problema); per giungere infine, ed è storia di pochi giorni fa, a stucchevoli manifestazioni poste in essere davanti alla sede municipale per impedire ad un cittadino l’esercizio di un suo legittimo diritto, il ritiro della Carta d’identità bilingue. Manifestazioni cui hanno partecipato in gran maggioranza persone certamente originarie di Resia, e tuttavia che risiedono fuori da nostro Comune per quasi tutto l’anno e quindi possono conoscere solo in parte le gravi questioni che si pongono ai residenti.
Questo, come detto, è il clima generale in cui s’inserisce quest’ultimo atto dell’Amministrazione Comunale, sul quale desidererei delle risposte sul piano meramente economico, e su cui poi vorrei svolgere delle riflessioni personali.
Riguardo al versante economico, mi chiedo se il signor Sindaco ritiene di usare proficuamente il suo tempo e quello della sua Giunta elaborando questi questionari di puro stampo ideologico, e firmando personalmente un migliaio circa di copie del questionario medesimo, invece di occuparsi di altri problemi ben più gravi che lui come me conosce; lo stesso vale per il tempo, retribuito con le tasse di tutti, dei dipendenti comunali che hanno fisicamente imbustato lettere e questionari e dei giovani assunti, lo ricordo, con borse lavoro finalizzate alla tutela del verde pubblico e della viabilità.
Tornando al contenuto del documento, ritengo dal mio modesto punto di vista che si tratti di un’operazione di bassa politica fondata sulla contrapposizione frontale a tutto quanto viene identificato come “sloveno”, e in tal senso identificato come nemico da combattere, ricercando al contempo le presunte “quinte colonne” che a Resia agirebbero per favorire la penetrazione della cultura slovena all’interno di quella resiana. Chi conosce la situazione, sa benissimo che questa paura è totalmente infondata ed irrazionale: è mai possibile che proprio oggi, dopo secoli di sviluppo autonomo, Resia e la sua cultura possano essere inglobate e “colonizzate”? Io non credo proprio. Operazioni del genere non furono tentate neanche in tempi ben più bui di questi, allorchè il nostro confine segnava lo spartiacque con il mondo comunista ed effettivamente ci poteva essere qualche fondato timore di invasioni o eventi analoghi. Eppure nonostante la storia, il fatto che siamo nel 2010 e che il nostro orizzonte dovrebbe essere l’integrazione comune nell’Unione Europea (di cui fa parte tanto l’Italia e il Friuli, tanto la Repubblica di Slovenia), mi pare ci siano ancora persone che ragionano con categorie da guerra fredda. In quale altro contesto infatti si possono inserire frasi come quelle contenute nel suddetto questionario e nella lettera che lo accompagnava? Ne cito solo un paio per dare l’idea: “il questionario (…) vorrebbe costituire la base di una ricerca sui sentimenti di appartenenza etnici dei Resiani”. Affermazione questa che mi ha fatto sorgere in mente inquietanti analogie con tempi bui della nostra storia in cui si parlava, oltre che di appartenenza etnica, di razze e altre scempiaggini del genere. Con un ardito salto tematico che non trova spiegazione, poi, non si esita a mettere in mezzo anche i sentimenti religiosi, con una domanda del genere: “Pensi che la tua gente reputi importante la religione per la propria identità?”. Ci si dimentica che i sentimenti religiosi poco c’entrano con l’etnia ma dipendono da cultura e scelte personali? E poi, non è forse probabile che il popolo sloveno da questo punto di vista nutra sentimenti analoghi ai nostri, essendo in maggioranza cattolico?
In conclusione, il fine del questionario di cui ho riferito è forse quello di ottenere una sorta di plebiscito su un dato che più ovvio non si può, cioè la nazionalità italiana dei resiani e il loro sentimento di appartenenza all’Italia, fatti indubitabili e che tuttavia invece d’essere affermati in positivo, come valori da inserire nel quadro più ampio della collaborazione e del confronto fra popoli e dell’integrazione fra culture ed economie diverse, vengono viceversa usati in negativo, come strumento per opporsi allo straniero e al diverso: un modo di ragionare, lo ribadisco, superato dal tempo e dalla storia. Segno evidente, anche a livello piccolo, della decadenza della politica che, trovando sempre più difficile, per molti motivi, risolvere i problemi concreti dei cittadini, si basa su slogan demagogici utili solo a raccogliere consensi facili sul momento, facendo appello agli istinti più bassi della popolazione.
Spero vivamente che i risultati di questa specie di sondaggio vengano diffusi in modo onesto e trasparente, soprattutto il dato della partecipazione percentuale sul totale dei questionari consegnati. Vedremo in tal modo se e quanta parte della popolazione resiana deciderà ancora una volta di cadere in queste trappole puramente politiche e anacronistiche, invece di ricercare, una buona volta, l’unità per tutelare seriamente - e non solo a parole - la particolarità di Resia e i gravi problemi che si pongono alla Valle e in generale alla montagna.
Daniele Lettig
L'immagine è tratta dal web. Il nome "lettera luterana" invece è un modesto omaggio a Pier Paolo Pasolini.
martedì 24 agosto 2010
LE STREGHE SON TORNATE
lunedì 28 giugno 2010
UCCEA, SI CHIUDE ...
martedì 15 giugno 2010
ASSOCIAZIONI SEMPRE PIU' SOLE
martedì 18 maggio 2010
RIPRENDIAMOCI L'ACQUA!
mercoledì 21 aprile 2010
PAMELA PIELICH A BRUXELLES
Maggiori informazioni e programma dello stage: http://www.europportunita.it/Iniziative/SchedaIniziativa.aspxidIniziativa=48&idIniziativeCategorie=8
venerdì 9 aprile 2010
E' ARRIVATO NICOLA!
martedì 30 marzo 2010
IGOR GABROVEC IN VISITA A RESIA
mercoledì 17 marzo 2010
PREMI DI LAUREA
lunedì 8 marzo 2010
IL RIFUGIO DEI FOLLETTI
venerdì 5 marzo 2010
CENTRALINA: PROGETTO RITIRATO!
martedì 23 febbraio 2010
ALTA FORMAZIONE: CORSO PORE A ROMA
Pagina web del Corso PORE: www.dipesroma3.eu/corsopore
mercoledì 17 febbraio 2010
CENTRI DI AGGREGAZIONE O CASE?
L'immagine è tratta dal web
lunedì 25 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
CARTELLI BILINGUI E NUOVA GRAFIA
Immagine: archivio fotografico UN FUTURO PER RESIA